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Il "nuovo miglior ordine" per il Sacro Monte di Varallo Sesia

 

Lorenzo Fecchio

Il "nuovo miglior ordine" per il Sacro Monte di Varallo Sesia

Edizioni didapress, Firenze 2019

 

 

 

 

 


Gli anni che vanno dal 1560 al 1584 costituiscono una fase decisiva per il Sacro Monte di Varallo Sesia, uno dei principali luoghi di devozione dell’Italia settentrionale, fondato nel 1491 dal frate minore osservante Bernardino Caimi per riprodurre nell’Occidente cristiano i più importanti monumentidi Terra Santa. È proprio intorno al 1562-65, quando a Trento si stanno svol-gendo le fasi conclusive del Concilio, che il ricco patrizio milanese Giaco-mo d’Adda commissiona all’architetto perugino Galeazzo Alessi un progettodi rinnovamento per il Sacro Monte, illustrato in un volume manoscritto didisegni chiamato ‘Libro dei Misteri’ (1565-72).

Il progetto di Galeazzo Alessi dà vita a una radicale trasformazione del complesso francescano, a un ‘nuovomiglior ordine’ sia dal punto di vista artistico, architettonico e devozionale,che nell’organizzazione della Fabbrica. Tra i contrasti amministrativi con ifrati minori – che gestiscono la vita religiosa sul Sacro Monte – e le difficoltà nel reperire le risorse economiche per la realizzazione del ‘nuovo migliorordine’, il patriziato locale (la ‘vicinanza’) accoglie con entusiasmo il gran-dioso piano di Giacomo d’Adda e Galeazzo Alessi e, da questo momento inavanti, si impegna nella trasformazione della Hierusalem di Bernardino Cai-mi in un monumento esemplare della cristianità riformata.

Questo libro ripercorre la vicenda costruttiva e amministrativa del SacroMonte tra il 1560 e il 1584, anni cruciali per il successo del monumento val-sesiano, in cui si fondano le basi per un modello replicato nell’arco prealpinonei due secoli successivi. Il Sacro Monte di Varallo è una realtà dinamica ecomplessa, teatro di continui scontri amministrativi e intensa attività edilizia. In questo scenario spicca la figura di Giacomo d’Adda, che, per oltre unventennio, riesce a dare forma alle sue ambizioni economiche e politiche in Valsesia attraverso il mecenatismo artistico e architettonico sul Sacro Monte.

L’analisi di un ricco apparato documentario, in gran parte inedito, forniscenuovi strumenti per valutare l’intera vicenda, riconsiderando il ruolo dellacommittenza laica, delle istituzioni religiose coinvolte (l’arcivescovo milanese Carlo Borromeo e l’Ordine dei Minori Osservanti), e di Martino Bassi, l’ar-chitetto che dal 1578 al 1583 raccoglie la pesante eredità di Galeazzo Alessinel cantiere del Sacro Monte.


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