
Sacro Monte di Belmonte
GESTIONE EMERGENZA CORONAVIRUS - COVID-19 NEI SACRI MONTI DEL PIEMONTE E DELLA LOMBARDIA - UNESCO
fatte salve le disposizioni di fruizione dei luoghi in base alla normativa vigente:
- DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 3 dicembre 2020
- DECRETO-LEGGE 2 dicembre 2020, n. 158
- DECRETO-LEGGE 18 dicembre 2020, n. 172
- I visitatori devono rispettare scrupolosamente le regole fondamentali di USO della MASCHERINA, MANTENIMENTO della DISTANZA, IGIENIZZAZIONE delle MANI.
- In base a quanto su indicato e alla normativa di vigente si informano i visitatori che, per motivi di sicurezza sanitaria, alcuni servizi potrebbero subire modifiche o sospensioni come sotto indicato:
INFORMAZIONI GENERALI
CAPPELLE: visibili come sempre dall'esterno
CHIESA: aperta - info. tel. 349 5538106
SERVIZI IGIENICI: chiusi
AREE ATTREZZATE: chiusa, con ordinanza del sindaco di Valperga, l'area attrezzata (tavoli e panchine) denominata "Campass"
BAR/RISTORANTI: chiusi/solo asporto
Affacciato sul vasto panorama della pianura torinese e sugli scorci alpini del Canavese, il Sacro Monte di Belmonte è il più recente tra i Sacri Monti piemontesi inclusi nel sito Unesco, nato per integrare l’offerta religiosa di un santuario antichissimo dedicato alla Madonna, che risale all’inizio dell’XI secolo.
Fu il frate francescano Michelangelo da Montiglio, di ritorno dalla Terra Santa, a progettare la costruzione di un nuovo percorso per illustrare la Passione e morte di Cristo, popolato da statue a grandezza naturale e dipinti, ispirato al fortunato modello del Sacro Monte di Varallo.
Le prime otto cappelle furono costruite in meno di dieci anni, altre quattro tra il 1759 e il 1781, mentre l’ultima fu iniziata solo nel 1825, tutte allestite internamente da ignoti artisti della zona, di cui conosciamo solo il nome del pittore Grosso di Ivrea a cui si deve, nel tardo Settecento, la decorazione delle cappelle di Pilato, del Cireneo, delle Pie Donne e della Seconda caduta. Il realismo dei personaggi, come le facce dei cattivi che conducono a morte Cristo, è così efficace e coinvolgente da giustificare gli atti vandalici compiuti fino a pochi decenni fa da coloro che prendevano di mira a sassate le figure dei cattivi.
Le tredici cappelle si snodano lungo un percorso circolare in un ambiente naturale rigoglioso con querce e castagni secolari, in un'area densa di testimonianze storiche dalla tarda età del Bronzo-prima età del Ferro (XII-XI secolo a.C.) al periodo romano e tardoromano e alla fase longobarda documentata dal resti di un villaggio fortificato emersi fra la V e la VI cappella.
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