Cenni storici
La leggenda narra che ad Arduino, marchese di Ivrea, nominato nel 1002 re d'Italia, mentre era gravemente malato, apparve la Madonna che gli chiedeva di edificare una chiesa a Belmonte per i frati benedettini. Ridestatosi guarito fece costruire la chiesa dedicata alla Natività di Maria. La storia invece, sulla base di documenti che risalgono al 1114, prova la presenza di un piccolo convento con annesso luogo di culto, che ospitava un gruppo monastico femminile sotto la giurisdizione dell'Abbazia di Fruttuaria di San Benigno Canavese.
Intorno al 1600, 1601 le suore lasciarono il luogo poiché le disposizioni del Concilio di Trento non volevano conventi femminili in luoghi isolati e furono sostituite l’anno seguente da frati francescani minori che lo ampliarono progressivamente insieme alla chiesa.
Nel 1712 il guardiano del convento, frate Michelangelo da Montiglio, pensò di costruire un nuovo itinerario devoto centrato sulla raffigurazione della Via Crucis coinvolgendo le comunità e alcune famiglie della nobiltà locale.
Con la soppressione degli ordini religiosi nel 1802 e successivamente nel 1866 i frati furono allontanati dal santuario per rientrare nel 1869 quando avviarono i i lavori di restauro delle cappelle, ridecorate con l’aggiunta di fondali architettonici e popolate di «statue colorate di terra castellamontana».