Verso il Castello

Giardini del Castello 

La trasformazione da maniero difensivo a villa avvenne su impulso dei Conti Coardi di Carpenetto proprietari del Castello dal 1776. La riplasmazione del complesso tra fine Settecento ed inizio Ottocento definì l’attuale configurazione di impronta neoclassica della facciata principale del Castello, dei giardini terrazzati e del vasto parco che si estende ancora oggi fino al centro storico di Valperga. Si possono individuare, nella litografia del Gonin, varie tipologie di giardini: davanti la facciata sono presenti antiche alberature, invece sul lato del Castello, confinante con la chiesa di San Giorgio (2), si nota un giardino alberato, in antichità sede della parte rustica del Castello poi diventata di pertinenza del ramo della casata dei Valperga Civrone.

Roc 

Il “Roc", la Roccia, è un affioramento granitico antistante il sepolcreto dei Conti Coardi di Carpenetto (4). Questo antico possedimento venne concesso dai Conti di Valperga ad uso della popolazione locale. Il ”Roc”, era un tempo più ampio in quanto la strada pedonale in acciottolato, che oggi si percorre per Belmonte, seguiva un percorso differente che si inoltrava all’interno dei terrazzamenti del Castello e delle mura difensive, fino a giungere al passaggio sotto il sepolcreto. Sulla sommità pianeggiante, fino ad inizio ‘700, era presente la cappella campestre di San Tommaso dove oggi è collocata l’installazione site specific “L’invisibile” realizzata nel 2018 dall’artista Enrico Minguzzi. L’ente di gestione della Riserva Speciale del Sacro Monte di Belmonte, in epoca recente, ha curato la realizzazione nell’area del “Roc” di un giardino botanico roccioso, impiantando alcune specie ornamentali quali il corbezzolo, i cornioli, le fusaggini e i prugnoli.

Vigneti

I versanti a Sud e Sud-est del Castello nei secoli passati erano in larga parte coltivati a vite su terrazzamenti delimitati da muri a secco. I terreni di medio impasto a prevalenza sabbiosa favorivano la produzione di varietà pregiate, quale su tutti il vitigno Syrah. La coltivazione della vite, presente ancora oggi grazie all’Associazione Vignaioli Valperghesi (www.vignaiolivalperghesi.it), è stata per molti secoli parte importante dell’economia del luogo con vasti appezzamenti sia in pianura sia in collina. Si stima che nel ‘700, periodo di massima espansione, la superficie coltivata a vite raggiungesse le 3000 giornate piemontesi (una giornata equivale a circa 3810 mq) grazie anche all’interessamento dei conti Coardi di Carpenetto e del conte Tommaso Valperga di Civrone già presidente della prestigiosa Reale Società Agraria di Torino, attuale Accademia di Agricoltura di Torino. Chiesa Sant’Aventino La chiesa venne edificata dal curato Don Martino Ughetto probabilmente dopo la metà del ‘600 in luogo della cappella della Madonna di Oropa. Venne completata nel 1765 con la realizzazione di un piccolo campanile. Dal 1894 la chiesa risulta dedicata alla Vergine Maria e alla figura dell’eremita Sant’Aventino di Troyes.

 

Litografia di Enrico Gonin (1798-1856) da “Album delle principali castella feudali della Monarchia di Savoia” Torino, Fontana, 1841-1857

 

Chiesa Sant'Aventino