La crocifissione
La scena raffigura Cristo che muore sulla croce. Ai lati ci sono i due ladroni, sulla destra la Madonna con le pie donne insieme a san Giovanni. Infine i soldati e tutti coloro che lo avevano accompagnato al Calvario.
Nel 1520, Gaudenzio Ferrari mette in scena una crocifissione tridimensionale, che accosta una variegata umanità alle figure tradizionali del racconto evangelico. I personaggi definiti con grande naturalezza di fisionomie e di sentimenti.
Vediamo la zingara con i suoi bambini e il cagnolino, la nobildonna con la figlioletta, un gruppo di anziani e i soldati. Tanti personaggi tratti dalla vita di tutti i giorni. Così come il gozzuto, che porge a Gesù la spugna imbevuta di acqua e aceto. Questo personaggio è ricorrente in varie cappelle.
Con una singolare ed attenta regia, Gaudenzio continua il corteo sulle pareti. Le figure sono infatti coordinate con i personaggi dipinti. Hanno la stessa scala e le stesse proporzioni, così da rendere l’illusione di una scena unica. Questa tecnica narrativa resterà come modello per gli artisti che lavoreranno al Sacro Monte.